martedì 2 febbraio 2016

Tutta colpa dell`autodichia. Con un trucco i nuovi senatori si tengono stretto lo stipendio


  di FRANCESCO SPECCHIA Libero 02/02/2016

«Autodichia», il fascino semantico dell`impunità. È dietro quest`autonomia organizzativa, il potere - quasi un`illuminazione teocentrica - di Camera, Senato, Quirinale (e dell`Ars sicula) di poter giudicare amministrativamente i propri dipendenti fregandosene di Corte dei Conti, magistratura ordinaria e Guardia di Finanza, che si cela il nuovo scandalo dei nuovi prossimi cento senatori. I quali, nel nome di una morbida «armonizzazione» con la Camera, invece di lavorare gratis ed amore Dei come previsto dalla riforma Boschi, avranno i loro 11.100 euro di indennità regionale. La notizia, scovata da Sergio Rizzo del Corriere della Sera, spunta da un documento interno che riapplica l`indennità scomparsa ai senatori; e non è altro che l`ennesimo esempio degli effetti nefasti dell`autodichia. Ossia dell`istituto nato nel 1898 per assicurare l`autonomia contabile del Parlamento e del Colle assicurando la divisione dei poteri istituzionali; ma oggi anacronistico, nonché utilizzato dai politici come assicurazione sulla vita delle loro peggiori consuetudini. L`autodichia è un Idra extraterritoriale dalle molte teste. Prendete, per dire, i sette barbieri «in esubero» della Camera tagliati in nome della spending review e riassunti come assistenti parlamentari.