venerdì 27 febbraio 2015

DA LAURA BOLDRINI, CHE CI ANDATE A FARE?

Dichiarazione di Irene Testa, coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca, rivolta all'Associazione Allegato B che ieri ha chiesto un incontro alla Presidente della Camera sullo stato di "assoluta precarietà e incertezza lavorativa" in cui versano i lavoratori del Palazzo:
«Sei un contrattista al nono rinnovo annuale, in violazione delle direttive europee? Sei un portaborse, a cui ogni mese minacciano l'esclusione dalla mensa? Sei un dipendente di Gruppo, a rischio di tornare a casa appena il gruppo parlamentare va sotto soglia? Un addetto ai piani degli immobili di Scarpellini? Un precario del servizio di ristorazione, soppresso e ricostituito ogni tre per due?
Non umiliarti all'ennesima petizione ai Presidenti di Camera o Senato!
Non chiedere di lavorare baciando la pantofola del Sultano!
I diritti conculcati, oltre ogni livello di dignità, hanno un GIUDICE cui ricorrere, quello di tutti gli altri cittadini!
ABBASSO L'AUTODICHIA, che ci tratta come sudditi!

giovedì 26 febbraio 2015

NON SIAMO I PRIGIONIERI DI ZENDA

FIRMA ANCHE TU CONTRO GESTIONE PERSONALE DEGLI ORGANI COSTITUZIONALI. BASTA UN SEMPLICE CLIC!

Dichiarazione di Irene Testa coautrice insieme ad Alessandro Gerardi del libro Parlamento zona franca, e diMaurizio Turco, già parlamentare Radicale e membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera

I Presidenti delle Camere si fanno belli con l’opinione pubblica, mediante l’autodichia: i vitalizi degli ex parlamentari condannati saranno tagliati senza una legge.
Il metodo seguito per regolare “in casa” i rapporti di lavoro, sottraendoli al giudice di tutti gli italiani, ora viene utilizzato per tutta una serie di vicende: si invoca la presunta autonomia normativa dei Consigli di Presidenza delle Camere ogni qualvolta non si ha la forza, il coraggio, la competenza e la professionalità giuridica per scrivere una proposta di legge e sottoporla alle due Camere che ancora, fino a prova contraria, hanno la competenza legislativa.

venerdì 20 febbraio 2015

PERCHÉ L'AUTODICHIA NON È QUESTIONE DI SOLDI


Siamo giunti in possesso della lettera che l'autore del ricorso contro l'autodichia ha inviato la settimana scorsa a tutti i dipendenti del Senato. Eccola:

"Cari Tutti,

apprendo  con favore, dalla mail recentemente diramata da alcuni sindacati, 
che le doglianze di moltissimi dipendenti - contro le recenti decisioni del
Consiglio  di  Presidenza  in materia retributiva - potranno giovarsi delle
vicende legali che in assoluta solitudine sostengo, da almeno nove anni, ad esito    del   demansionamento   illegittimamente   subìto,   positivamente riconosciuto (allo stato unico caso) e passato in giudicato nel 2006.

martedì 10 febbraio 2015

Mattarella: Irene Testa, serve ventata di novità su autodichia degli organi costituzionali

"In occasione dell'insediamento di Sergio Mattarella al Quirinale, Irene Testa rivolge l'invito al nuovo Presidente, di imprimere una ventata di novità alla trattazione del polveroso dossier dell'autodichia degli organi costituzionali. Una decisione diversa, rispetto al passato, darebbe ingresso allo Stato di diritto anche per una categoria di persone, sin qui trattata in maniera maggiordomale invece che da cittadini".

Autodichia e documenti fantasma

Articolo pubblicato su www.lindro.it di Paola Alunni

Ecco perché un giudice terzo non può controllare gare, appalti e soprattutto cause di lavoro

Succede che la politica si perda in discussioni marginali e che l'informazione cavalchi la demagogia. Succede soprattutto se si parla di Autodichia, il principio grazie al quale Camera e Senato possono avere massima libertà di manovra. Un giudice terzo infatti non può entrare né a Montecitorio, né a Palazzo Madama: nessun controllo su bilanci, conti, gare d'appalto, affitti e cause di lavoro. Però è stato deciso di tagliare gli stipendi dei dipendenti. Attenzione, perché le due cose apparentemente sembrano scollegate, ma non è così. Il taglio degli stipendi Da gennaio è operativo il taglio degli stipendi dei dipendenti di Palazzo Madama. Contenti Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella e con loro tanti lettori. Finalmente tagliano ai ricchi. E' vero, una segretaria solo per il fatto di aver vinto un concorso al Senato, può guadagnare dieci volte di più di una segretaria di una pubblica amministrazione qualsiasi. Pur avendo le stesse mansioni. Eppure le cose non stanno così.