venerdì 12 dicembre 2014

PENSIONI D'ORO PARLAMENTO. IRENE TESTA, PER DIFESA AUTODICHIA COMMEDIA DELL'ASSURDO

Dichiarazione di Irene Testa, coautrice del volume "Parlamento zona franca" in riferimento alle notizie pubblicate stamani da Repubblica nell'articolo "Camera, a rischio i tagli sulle pensioni d'oro dovrà decidere la Consulta", a firma di Tommaso Ciriaco, dichiara:


«Il cul de sac in cui si va cacciando il Parlamento, per il suo ossessivo ossequio al feticcio dell'autodichia, sta rasentando la commedia dell'assurdo. Dopo averci spiegato in Corte costituzionale che i giudici domestici si cucinano in casa un controllo di costituzionalità decentrato, dopo aver detto a Silvio Berlusconi che la sua richiesta di portare alla Consulta la legge Severino era inammissibile, oggi la maggioranza dem - che governa l'organo di autodichia della Camera - butta la palla a palazzo della Consulta per non decidere sul taglio alle pensioni d'oro dei dipendenti del Parlamento. Il groviglio parrebbe frutto soltanto del desiderio di compiacere alti burocrati con pensioni mensili a quattro zerI, se non montasse un altro, e più grave sospetto: perché, come già con gli affitti d'oro di Scarpellini, la Camera si ostina a ritagliare, con proprie delibere, coriandoli di disciplina di legge "esterna"? Perché, nell'adattamento della normativa appaltistica e pensionistica al proprio interno, gli organi costituzionali apportano modifiche, che poi si rivelano insostenibili ad un sindacato giurisdizionale?

Non è né giusto, né coraggioso chiedere alla Corte costituzionale di sciogliere questo garbuglio, se non altro perché la Corte s'è già pronunciata. Non soltanto la sentenza 120 ha fatto piazza pulita della difesa di Camera e Senato: essa ha anche dato il destro, al procuratore generale dottor Apice, per proporre alla Cassazione di riprendersi quella competenza che le Camere hanno finora "rubato" alla Giurisdizione. Per farlo, il Collegio giudicante è atteso all'ultimo giro di boa: dopo la pronuncia delle Sezioni Unite nel caso Lorenzoni, non sarà più consentito a nessuno nascondersi dietro al dito dell'autodichia per salvarsi dal vizio di violazione di legge. 

Non la legge "interna" o "esterna". La legge di tutti.»

Coautrice con l'avvocato Alessandro Gerardi del volume "Parlamento Zona Franca", Lo scudo dell'Autodichia

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