lunedì 25 novembre 2013

AUTODICHIA: BUEMI, PERCHE' TANTE DIFFERENZE TRA I PUBBLICI DIPENDENTI?

"Non è per un'inerzia incolpevole che il Piano nazionale anticorruzione, approvato l'11 settembre scorso, non si applica alle amministrazioni degli organi costituzionali - ha dichiarato il senatore Enrico Buemi, Capogruppo Psi in commissione Giustizia - come hanno 'scoperto' la senatrice Ricchiuti e gli altri colleghi che hanno firmato la sua interrogazione urgente. La non immediata sottoposizione di questi organi alla legge esterna è fonte di questa, come di molte altre irrazionalità. Grazie alla battaglia radicale della scorsa legislatura, sappiamo che l'autodichìa - su cui la Cassazione stessa ha avanzato pesanti dubbi di costituzionalità - comporta a sua volta la cosiddetta autocrinìa, cioè la deroga alla disciplina di legge valida per tutti i cittadini."
"Con il mio intervento riguardo all'ultimo bilancio interno del Senato - continua il senatore socialista - il 6 novembre scorso, ho chiarito che spetta invece a una classe politica, consapevole del suo ruolo di direzione del Paese, andare alla radice dei mille fenomeni di differenziazione di Camera e Senato dalle regole di funzionamento organizzativo, valide per tutte le pubbliche amministrazioni nazionali."
"La proposta che il Psi ha presentato il 20 novembre - ha commentato il senatore Buemi - è la sola che viene incontro all'esigenza di rimuovere queste zone franche dell'ordinamento. Sottopone, infatti, alla legge ordinaria la disciplina del personale e quella degli appalti di questi organi, rimuovendo i pesanti dubbi che sulla relativa gestione sono comparsi sul "Fatto Quotidiano" di oggi, e che fanno il paio con la denuncia della sottrazione alla disciplina contabile avanzata per i consigli regionali."
"Mi auguro che in quest'esigenza si riconoscano tutti i senatori firmatari

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