sabato 27 luglio 2013

Autodichia. Prefazione di Rita Bernardini al libro di Irene Testa e Alessandro Gerardi

Prefazione di Rita Rita Bernardini al libro di Irene Testa e Alessandro Gerardi

siete proprio stravaganti, carissimi Irene ed Alessandro. Come vi è venuto in mente di scrivere un libro che ha per oggetto l’autodichia del Parlamento? Il termine stesso è sconosciuto ai più e perfino ...agli stessi deputati e senatori (passati e presenti). Se per esempio si affronta il tema del bilancio interno della Camera dei Deputati o del Senato della Repubblica, fa più audience parlare degli scontrini del ristorante e della mensa o di quanto guadagni il barbiere, mentre non importa a nessuno se ti batti per ridimensionare quel principio – l’autodichia, appunto – che sottrae alla legge ordinaria anche quelle funzioni amministrative che nulla hanno a che vedere con l’esercizio delle funzioni costituzionali.
Voi, ostinati, scrivete sui mancati controlli di bilancio, sulla giustizia domestica, sulla stranezza tutta italiana per la quale nei luoghi sacri della democrazia nessun Tribunale, nessun organo di garanzia, nessuna Autorità Terza e Indipendente, può accertare alcunché, anche se vengono fatte le più indicibili porcate.
Addirittura vi siete messi a ricercare, approfondire, fare proposte. Roba da matti. Sull’autodichia! Ditelo chiaramente che volete arrivare al cuore del problema e scardinare ciò che fino ad oggi ha consentito al sistema partitocratico di vivere, alimentarsi e diffondersi, corrompendo così ogni anfratto della vita pubblica. Il “sistema” va oliato giorno dopo giorno, altrimenti si sgretola il muro di omertà che ha resistito per tutti i 65 anni della nostra Repubblica. Ed ovviamente l’olio della macchina che produce le leggi dev’essere di ottima qualità e viscosità, sì da consentire a tutti gli ingranaggi collegati di poter funzionare alla perfezione.

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